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Super Trofeo Stories: Gabriel Rindone

28 Settembre 2023

Gabriel Rindone, oltre ad essere un uomo con un naturale fiuto per gli affari, è uno dei piloti amatoriali più veloci del Lamborghini Super Trofeo.

Il suo background è a dir poco internazionale. Nato in Francia da genitori italiani, è cresciuto in Lussemburgo; dopo aver studiato nel Regno Unito, ha lavorato negli Stati Uniti prima di trasferirsi a Dubai. Qui, Gabriel ha costruito una carriera di successo nel settore finanziario, per poi dedicarsi alla sua passione per il motorsport.

A differenza di tanti gentleman drivers, che affiancano la carriera di pilota a quella lavorativa, Rindone è nella fortunata posizione di potersi dedicare esclusivamente alle corse con i colori del team tedesco del Leipert Motorsport, smettendo di lavorare. «Ho un passato nel mondo della finanza, ho lavorato un po’ dappertutto, in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Europa», racconta Rindone, dal 2021 pilota nella classe Am del Super Trofeo Europa. «Ora ho deciso di impegnarmi maggiormente nelle corse, smettendo di lavorare a tempo pieno per potermi dedicare di più alle gare».

Per certi aspetti questa è una situazione da sogno per Rindone, che ha sfiorato l’inizio di una vera e propria carriera agonistica poco prima dei vent’anni. Il suo incontro con le competizioni motoristiche avvenne nella sua tarda adolescenza e Rindone mancò per poco la possibilità di poter correre una stagione totalmente senza spese, quando era in Francia. Ciò lo costrinse a fare una scelta difficile. «Tutto iniziò quando avevo circa diciotto anni, nel sistema francese “La filière”», ricorda Rindone. «Feci una prova e poi uno shoot-out finale. Non arrivai primo tra i selezionati, ma terzo o quarto. La federazione francese, la FFSA, pagò al vincitore una stagione intera per l’anno successivo. Mi dissero però che avevo talento, ma non potevano sostenermi per tutto un campionato, potendo coprire le spese solo per metà. Quella fu la fine della mia prima carriera da pilota, perché decisi di terminare gli studi».

Spesso i giovani si trovano di fronte ad un bivio, se inseguire i propri sogni sportivi o costruirsi una carriera più stabile nel mondo del lavoro. Anche Rindone ebbe quel dubbio, ma quel desiderio di correre non scomparse, nonostante le mancate possibilità agonistiche. Al contrario, quella fame mai sopita è tornata più tardi, una volta raggiunto un certo successo nel mondo del lavoro. I vari periodi in giro per il mondo non gli lasciavano spazio per le gare, così Rindone ha deciso di fare il grande salto, iniziando a occuparsi solo di motorsport.

«Inizialmente mi sono dedicato ai trackday, poi ho ottenuto la licenza sportiva e ho iniziato a gareggiare. È stato un periodo particolare, come potete immaginare», racconta Rindone, «dal momento che non avevo mai corso prima. È stata una bella esperienza, prima nei monomarca di altri costruttori e poi con le Lamborghini».

Rindone si è da sempre iscritto nella classe Am e in questa ha mostrato tutte le sue capacità, classificandosi per due volte al secondo posto in campionato. Se non fosse stato per un assenza di troppo nel 2021, forse Rindone potrebbe già vantare la vittoria di un campionato. La concorrenza sempre più agguerrita però non perdona la mancanza di costanza.

«Nel Super Trofeo non c’è una classe in cui non ci sia una vera battaglia», sostiene il pilota lussemburghese. «In Lamborghini Cup, ad esempio, gli equipaggi sono molto vicini tra loro e c’è molta competizione. Ognuno fa del suo meglio. Come Am, mi confronto sempre con i piloti professionisti, cercando di migliorare la mia guida. Correndo sia con la vettura Super Trofeo che con la GT3, ho guidato spesso, facendo progressi nel corso degli anni. La concorrenza è sempre più alta e bisogna mantenere un certo livello. Quando mi sono iscritto per la prima volta le cose erano un po’ più facili».

Nel Super Trofeo ci sono più classi, nelle quali i piloti sono suddivisi in base alla propria esperienza. Le auto, le Lamborghini Huracán Super Trofeo EVO2, sono identiche tra loro e spetta ai team e ai piloti ottenere il meglio dalle vetture. In questo campo Rindone sta accumulando una certa esperienza, dopo tre stagioni nel campionato.

«La mia è una posizione privilegiata, vedo molti giovani piloti professionisti con una grande pressione su di loro per ottenere risultati. Anche io ce l’ho, ma per loro è diverso: se non fanno bene, rischiano di non poter correre. Io ho molti sponsor e amici che mi aiutano a finanziare la mia carriera. Posso controllare il livello di pressione che mi metto addosso. Ho dei compagni di scuderia che mi mettono sotto pressione e allora voglio essere competitivo e batterli, ma è un tipo di stress più facile da sopportare. In quattro anni dal mio ritorno alle corse, ho disputato circa 120 gare. Il tempo alla guida è molto importante e mi ha aiutato a superare i momenti di difficoltà nei primi periodi».

Anche se meno concentrato sul lavoro, Rindone rimane un uomo d’affari. Nonostante ciò, oltre al Super Trofeo Europa corre anche nella Le Mans Cup, competizione di contorno della European Le Mans Series. Insieme a Patrick Kujala nel Leipert Motorsport, la coppia ha ottenuto la prima vittoria alla terza gara stagionale al Paul Ricard, dopo aver corso nel leggendario Circuit de la Sarthe a Le Mans.

«Correre con una GT3 è sempre stata la mia aspirazione», dice Rindone. «Il mio obiettivo era passare alla serie maggiore possibile e la GT3 è la categoria più alta. Mi piace molto guidare queste auto. Abbiamo fatto l’Asian Le Mans Series lo scorso anno, mentre in questa stagione siamo nell’ambito dell’ELMS con la Le Mans Cup. Naturalmente l’obiettivo che ho sempre in mente è quello di gareggiare a Le Mans. Patrick è un pilota velocissimo e insieme siamo uno degli equipaggi più forti in griglia. Questo è un anno di apprendistato e stiamo migliorando gara dopo gara, concentrandoci sulle ultime gare per fare il massimo. È molto divertente correre contro altri marchi e anche competere contro i prototipi».

Nella Le Mans Cup, Rindone è inserito in una formazione Pro-Am, che è perfetta per lui. Nonostante abbia cinquant’anni, è in forma come non mai e sta mostrando un’attitudine professionale da fare invidia a molti giovani talenti presenti.

«A parte l’età, sono un pilota molto professionale e cerco di essere il più competitivo possibile. Mi alleno molto, faccio sport e curo molto la mia alimentazione, per avere la forma fisica ideale per avere ottime performance quando sono in auto. Durante le gare sono seguito da un coach, con il quale analizziamo nel dettaglio cosa ho fatto bene e cosa posso migliorare. Cerco sempre di trovare il margine per raggiungere i tempi con i professionisti. Mi vedo in una sorta di via di mezzo tra un Am e un Pro. La vettura del Super Trofeo è impegnativa da guidare, bisogna essere in forma per essere veloci. Stare in auto per un’ora si fa sentire. Anche la GT3 rappresenta una sfida: nonostante l’aerodinamica sia di grande aiuto», conclude Rindone, «bisogna avere molto coraggio per guidarla».

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