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Factory Focus: Andrea Caldarelli

23 Ottobre 2024

Dei piloti ufficiali Lamborghini impegnati nel programma LMDh, Andrea Caldarelli è colui che ha avuto la carriera più variegata. Dopo un inizio nelle monoposto, con il sogno di arrivare in Formula 1 a un periodo in Giappone, prima di far ritorno nella sua Italia per gareggiare in alcune delle più celebri competizioni GT con la Casa di Sant’Agata Bolognese.

Dal suo passaggio alle corse per vetture a ruote coperte, Caldarelli è stato uno dei membri chiave della squadra dei piloti ufficiali Lamborghini, svolgendo un ruolo cruciale nello sviluppo della Lamborghini SC63, con la quale corre nell'IMSA WeatherTech Sports Car Championship in Nord America.

Attualmente Caldarelli abita a Monaco ed è un grande amante del golf, come quasi tutti i nostri piloti. La sua passione più grande rimane quella di trarre il massimo dalle sue prestazioni, sia in pista che fuori.

È un quattro volte campione GT World Challenge, in Europa nel 2017 con il Grasser Racing Team e nel 2019 con FFF Racing e in America nel 2021 e nel 2022 con K-PAX Racing. Ha anche vinto la 24 Ore di Daytona GTD nel 2020 con Paul Miller Racing e questo palmares fa di lui una grande risorsa per Squadra Corse.

Insieme a Romain Grosjean e Matteo Cairoli, Caldarelli si è classificato settimo nella prima uscita della SC63 sul suolo americano, alla 12 Ore di Sebring a marzo, e ha dimostrato di avere tanto potenziale nella Sahlen's Six Hours of the Glen corsa a giugno.

Ma ora andiamo a conoscere meglio Andrea!

Ci racconti il tuo percorso con Lamborghini fino ad ora?
«È iniziato tutto alla fine del 2016, quando ho avuto il primo contatto con Lamborghini e quando ho firmato il mio primo contratto. Ho iniziato ovviamente con la GT3 e c'era il progetto di andare a Le Mans, questo era il piano iniziale, in qualsiasi tipo di categoria. Questo era l'obiettivo generale e anche il mio. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo, quindi tutto è stato costruito per arrivare a quello che abbiamo ora.»

Cosa ti entusiasma di più della Lamborghini SC63 e del progetto LMDh?
«Ho visto nascere la macchina e ho seguito il processo di sviluppo. Vederla in pista, dopo tutto questo tempo, è un po' come vedere la propria creatura. Questa è la parte più emozionante: vedere tutto ciò che si è realizzato in pista e avere un ruolo così importante nel percorso che abbiamo fatto finora.»

Che rapporto hai con i tuoi compagni di squadra?
«È molto bello, nonostante abbia conosciuto Matteo per la prima volta solo nel dicembre 2023. Con Romain abbiamo trascorso un po' più di tempo insieme prima della stagione, ma il legame è davvero bello, ci divertiamo, mangiamo insieme. Abbiamo tutti una vita impegnata, quindi non ci vediamo molto lontano dalla pista. Nonostante questo, andiamo molto d'accordo.»

Qual è stata l’auto a noleggio peggiore che hai mai guidato?
«Non posso dire il marchio, ma era un'auto molto, molto piccola. Ho dovuto tenerla per circa dieci giorni perché avevo gare in Germania una dietro l'altra. Avevo un sacco di bagagli, che dovevano stare sul sedile del passeggero!»

Quali sono i tuoi hobby lontano dalla pista?
«Mi piace molto il golf e passo molto tempo a giocare con gli amici sul campo da golf. Lo faccio da qualche anno e mi permette di rilassarmi lontano dalla pista.»

Tre canzoni: una che conosci a memoria, una che usi per motivarti e una più insolita, un piacere proibito. Quali sono?
«Non posso dire quali conosco a memoria perché non sono canzoni molto “pulite”!

Per la motivazione, c'è una canzone scritta da un meccanico della Nascar intitolata “Life in the pits”, che è molto bella!

E poi il mio guilty pleasure, praticamente qualsiasi cosa di Justin Timberlake. Ce n'è una che si chiama “selfish”, ma potete chiedere a mia moglie la canzone esatta!»

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