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Siamo in Italia. Più nello specifico, siamo a Imola, in Emilia-Romagna, per il primo weekend europeo della stagione 2024 del FIA World Endurance Championship. È il fine settimana di debutto, sul circuito di casa, della Lamborghini SC63. Nuvole di tempesta rendono il pomeriggio sul Santerno buio: sembra quasi notte e un’incredibile bufera sembra essere imminente.
Dentro il Covo, la bellissima hospitality di Iron Lynx, ci aspetta un pilota che, dopo essere passato dalle monoposto alle GT nel 2014, è diventato un uomo Lamborghini in tutto e per tutto. Una persona senza la quale nulla sarebbe come lo conosciamo oggi: è Mirko Bortolotti.
Nato a Trento, Bortolotti ha avuto una lunga storia con la Casa di Sant'Agata Bolognese. È stato contendente al titolo nell'ADAC GT Masters, nel DTM e nel GT Italiano, vincendo nel GT World Challenge e dando il suo prezioso contributo in alcuni dei risultati più importanti dell’ultimo decennio della Lamborghini. Ed è pronto a fare ancora di più.
L’etica del duro lavoro e della profonda dedizione alla causa fanno parte del suo DNA. Dietro alla sua grinta e alla sua determinazione in pista, c’è una persona genuina anche fuori dalle corse, nonostante le corse siano la sua vita e tutto il resto sia solo l’attesa di salire nuovamente in macchina.
Il fine settimana del WEC di Imola ha rappresentato un significativo passo avanti per il progetto Lamborghini Iron Lynx SC63. Un buon dodicesimo posto e un’altra gara senza problemi di affidabilità hanno dimostrato ulteriori progressi nella stagione di debutto del team nella classe Hypercar del World Endurance Championship.
Andiamo a conoscere Mirko un po' più da vicino.
Qual è stato il tuo percorso con Lamborghini Squadra Corse fino ad oggi?
«Sono entrato in Lamborghini nel 2014, quando ancora correvamo con la Gallardo. Era l’ultima stagione di quella vettura e stavamo sviluppando la Huracán. Il nostro ex responsabile del settore motorsport, Giorgio Sanna, mi conosceva da quando correvo in monoposto. Lamborghini stava cercando di costruire il suo team ufficiale, mentre io non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro. Continuare nelle formula per cercare di arrivare in Formula 1 sembrava molto difficile. Il tempismo fu perfetto, debuttai nel GT italiano e nel Super Trofeo, ottenendo subito un buon successo. Vinsi la mia prima gara nel GT italiano e Lamborghini mi ingaggiò subito, anche se aspettammo l'inizio del 2015 per annunciarlo ufficialmente. Da allora, tranne che per un anno, sono sempre stato un Lamborghini Factory Driver, vincendo gare nel GT Masters, nel DTM e titoli nel GT World Challenge e in alcune delle più importanti gare di durata come la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring».
Cosa ti entusiasma di più della SC63 e del progetto LMDh?
«È un progetto che, finché non l'ho visto, non credevo si sarebbe realizzato. Ovviamente è un periodo entusiasmante per la Lamborghini, che si trova a competere ai massimi livelli e nel mondiale endurance. Eravamo molto vicini all'ingresso in GTE nel WEC, ma la cosa è naufragata poco prima dell'annuncio. Avevo sentito delle voci sulla SC63, ma non ci ho mai creduto finché non l'ho vista. Vedere questo progetto prendere vita e vederlo crescere dai disegni iniziali a ciò che è ora è davvero speciale. È qualcosa che porterò con me per tutta la vita».
Cosa si prova a partecipare finalmente a un campionato del mondo?
«Lottare nel WEC è anche un grande onore e un'occasione per mostrare al mondo di cosa siamo capaci. Competere contro tutti i grandi costruttori è un grande privilegio e una grande responsabilità. Sento la fame all'interno del team e vedo l'obiettivo finale a cui stiamo puntando. Una parte importante di questo è rappresentata da Iron Lynx, senza il quale non saremmo qui oggi. È un ambiente fantastico: tutti conoscono le sfide e sanno cosa serve per fare il prossimo passo. Siamo felici di farlo insieme».
Qual’è stata la peggiore auto a noleggio che hai guidato?
«Non mi piacciono le auto a noleggio piccole e poco potenti, mettiamola così! Preferisco le auto di grossa cilindrata, con molta coppia!».
Quali sono i tuoi hobby lontano dalla pista?
«Mi piace viaggiare e trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici. Nel corso degli anni ho imparato a gestire il tempo, che non è semplice dal momento che gareggio spesso. È importante trovare un buon equilibrio tra l’allenamento e il recupero. Gran parte del mio tempo "libero" è dedicato alla preparazione della gara successiva, il che significa riposarsi, ricaricare le batterie e studiare. Per il resto trovo il tempo per rilassarmi e godermi la vita quando non corro, in modo da non caricarmi troppo. A volte mi piace semplicemente stare a casa e rilassarmi».
Tre canzoni: una che conosci a memoria, una che usi per motivarti e una più insolita, un piacere proibito. Quali sono?
«A essere sincero, non sono bravo con i testi, quindi non sono molte le canzoni che conosco a memoria. Dipende sempre dalla situazione. Di solito ascolto Hip Hop o RnB. Sono un grande fan di Drake, è un artista che ascolto spesso.
Prima di una gara, invece, probabilmente ascolto qualcosa di più tranquillo, come "Ayy (feat. YG & Logic)" di Mozzy. È una bella canzone.
Il mio piacere colpevole è davvero un “guilty pleasure”. Non voglio dire Justin Bieber, quindi dirò "What goes around, comes around" di Justin Timberlake. Non mi piace molto, ma la ascolto».
Non giudichiamo Mirko per il suo guilty pleasure. Si riscatta più che bene in pista, mentre insegue il suo sogno di rappresentare Lamborghini ai massimi livelli nelle gare per GT e prototipi. E non c'è riposo nemmeno per lui. Dopo Imola, Mirko è andato direttamente a Oschersleben per l'apertura della stagione del DTM e tornerà in pista nel WEC, per la 6 Ore di Spa, nel weekend del 10-11 maggio.