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Team Insight: K-PAX, corse dell’altro mondo

3 Agosto 2023

K-PAX Racing è una scuderia statunitense che ha dominato gli ultimi due anni del GT World Challenge America, con 19 vittorie ottenute su 26 gare disputate. Una squadra che negli ultimi due anni ha ottenuto quasi il 75% di vittorie può dire di avercela fatta e potrebbe anche sedersi sugli allori, godendosi finalmente la vetta del motorsport americano raggiunta dopo anni di sacrifici. Potrebbero, invece K-PAX ha deciso di mirare a un nuovo obiettivo: farcela anche in Europa.

Può sembrare impossibile competere con i grandi nomi del motorismo a stelle e strisce come Ganassi, Penske, Andretti e Foyt. Emergere nei campionati a ruote scoperte americani può essere un’impresa difficile, mentre K-PAX Racing a deciso, sin dalla sua fondazione nel 2006, di gareggiare nelle gare riservate alle vetture GT, ottenendo molti successi.

La struttura fondata da Jim Haughey e gestita attualmente da lui stesso insieme all’ex pilota Darren Law, è diventata stretta partner di Lamborghini Squadra Corse a partire dal 2021, gareggiando da subito nel Fanatec GT World Challenge America. Tra il 2021 e il 2022 K-PAX, che ha sede in California, ha conquistato due volte il campionato piloti con Andrea Caldarelli, vincendo anche le classifiche riservate ai team e ai costruttori.

“In America abbiamo raccolto tutto quello che potevamo negli ultimi due anni”, racconta Law. “È per questo che Jim ha deciso di tornare in Europa. Durante la nostra storia abbiamo sempre avuto una stretta collaborazione con i costruttori ed è così che è nato il nostro rapporto con Lamborghini. Anche loro stavano cercando una partnership, quindi ci incontrammo con Chris Ward, il responsabile motorsport di Lamborghini Squadra Corse negli Stati Uniti. Abbiamo deciso di iniziare nel 2021 e il resto fa parte della nostra storia”.

Nel 2022, oltre alle vittorie in patria, K-PAX Racing si distinse anche nel Vecchio Continente, conquistando un’incredibile Superpole alla 24 Ore di Spa.

In quell’occasione il team venne retrocesso in griglia per una penalità, ma l’estate scorsa i californiani hanno dimostrato di essere veloci anche ad est dell’Oceano Atlantico, ottenendo un podio assoluto a Monza e facendo parte degli equipaggi coinvolti nella lotta per i primi cinque posti sia al Paul Ricard sia a Spa. 

Per avere un’idea più chiara della filosofia del K-PAX Racing è necessario fare un passo indietro, considerando le varie auto utilizzate in più di quindici anni di attività. Dopo aver iniziato con una Porsche già più che collaudata, Haughey decise di affrontare la sfida unica di correre con una Volvo S60 nei campionati SCCA degli Stati Uniti. Da lì sono seguiti periodi con McLaren e Bentley, prima di passare a Lamborghini.

"La gente diceva che eravamo dei pazzi a portare una berlina a trazione anteriore nelle gare GT. Forse lo eravamo davvero", ricorda Haughey. "Si trattava di un periodo precedente l’avvento del regolamento GT3 e con questo tipo di vetture si potevano fare cose che gli altri team non facevano.

Successivamente non abbiamo però potuto portarle nell'era della GT3, perché il supporto necessario per le vetture GT3 è totalmente diverso da quello necessario per le Volvo. Così siamo passati a McLaren e nel frattempo volevo cercare di avvicinarmi a casa mia, nella baia meridionale di San Francisco. È così che è entrato Darren, che aveva appena rilevato il Flying Lizard Motorsports. Volevamo qualcuno che gestisse il team dal punto di vista operativo. La partnership e il progetto di inserire Darren nella squadra è andato incontro alle esigenze di entrambi".


Una volta conclusa la sua carriera agonistica, Law decise di voler fare il manager.

"Quando mi sono ritirato come pilota ho avuto l'opportunità di rilevare il Flying Lizard e di acquistarlo. Una volta entrati in possesso del team abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa dal passato, avvicinandoci alla filosofia del customer racing, piuttosto che essere team ufficiale”, aggiunge Law. "Nella nostra storia abbiamo sempre gareggiato nelle competizioni GT, abbiamo iniziato insieme con grandi soddisfazioni, potendo sempre contare su piloti ufficiali. Questo è stato un fattore importante per noi. Jim corre per vincere e noi vogliamo essere sempre davanti a tutti. Il modo migliore per farlo è creare un solido rapporto di collaborazione con un costruttore.

Abbiamo già corso con piloti Pro-Am”
, conclude Darren, “ma ci sono sempre molti rischi quando si lotta nella pancia del gruppo. Se si è davanti, si è lì per vincere”.

Ed è proprio questo che K-PAX Racing ha fatto negli ultimi anni, nonostante una stagione nel GT World Challenge Europe altalenante, durante la quale molta sfortuna ha impedito all'equipaggio di piloti ufficiali Lamborghini, composto da Marco Mapelli, Sandy Mitchell e Franck Perera di salire sul podio. È proprio attraverso questo tipo di avversità che il K-PAX Racing è cresciuto e ha beneficiato di uno staff entusiasta e diversificato, proveniente da ogni dove.

"Sto imparando a conoscere l'Europa, le persone e le lingue, più di quanto non abbia mai fatto in passato", dice Haughey. “Sono in poche le squadre americane che scelgono di correre in Europa. Da questo punto di vista siamo un po’ insoliti, ma abbiamo un gruppo di collaboratori provenienti dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, italiani, francesi, tutti provenienti da vari Paesi. Questa è una cosa fantastica, abbiamo l’opportunità di imparare cose diverse da culture e modi di lavorare diversi".

"La maggior parte del nostro personale è formato da lavoratori che sono sotto contratto con noi per l’intera stagione, ma in genere abbiamo solo circa sei persone che lavorano a tempo pieno nella nostra sede"
, aggiunge Law. "Il bello della nostra squadra è che molti dei nostri collaboratori ci sono rimasti fedeli e sono con noi da diversi anni. Questa continuità gioca a nostro favore in pista”.

Incalzati dall'addetto stampa del team, Tom Baker, abbiamo chiesto le origini del nome K-PAX Racing. "Nasce da una serie di libri, da cui poi è stato tratto un film. Parla di un ragazzo che sostiene di provenire dal pianeta K-PAX, ma nessuno gli crede", spiega Haughey. "Quando si trattò di scegliere il nome per la nostra scuderia decidemmo di trovare qualcosa di diverso. Così abbiamo scelto K-PAX, perché nessuno credeva che potessimo essere una squadra corse".

Il nome è rimasto inalterato sin dalla fondazione e il successo è arrivato in grandi quantità. È proprio il caso di dire che le prestazioni del K-PAX Racing siano state davvero…spaziali.

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